La Stampa - Martedì 27 Febbraio 2001
Le nuove norme inserite nella Finanziaria del 2001 per garantire lo sviluppo delle valli
Montagna, leggi contro
l’abbandono
Più attività ai coltivatori
e riordino «scontato» di terreni
Filippo Rubertà
DOMODOSSOLA Appalti ai coltivatori diretti da parte degli enti locali e
riordino delle proprietà fondiarie: due buone notizie sul fronte dello sviluppo
della montagna arrivano dalla nuova Finanziaria e da una proposta di legge del
parlamentare verbanese Marco Zacchera. L’articolo 15 del documento 2001
consentirà a chi risiede in montagna di allargare il fronte delle proprie
attività: potrà avere in appalto dagli enti pubblici lavori di sistemazione e
manutenzione del territorio, attività agricole e forestali, trasporto pubblico
di persone.
«Il provvedimento - dice Enrico Borghi presidente nazionale dell’Uncem
(Unione nazionale comuni ed enti montani) - è stato caldeggiato dalla nostra
associazione, con un emendamento alla Legge Finanziaria, per cercare di
incrementare un’imprenditoria polifunzionale. Solo integrando redditi
provenienti da attività diverse è possibile sopravvivere in montagna».
La norma cerca di puntualizzare e di rendere più attuabile quanto era già
previsto dall’articolo 17 della legge sulla montagna numero 97 del ’94.
Inoltre viene incrementato l’apporto massimo dei lavori appaltabili nel corso
dell’anno che passa da 30 a 50 milioni. Queste integrazioni mirano ad
alleviare la sotto-occupazione nelle imprese agricole (formate da coltivatori
singoli o associati) e fare in modo che determinati tipi di lavoro, e di
servizi, siano svolti da chi è radicato nel territorio.
Una premessa fondamentale per evitare lo spopolamento delle montagne e ridurre
gli effetti negativi di alluvioni e incendi boschivi. Interessante per il Vco la
possibilità riservata al singolo coltivatore di svolgere il servizio di
trasporto locale di passeggeri mediante l’utilizzo di mezzi propri. Questa
prerogativa potrebbe risolvere il problema del trasferimento a valle dei
numerosi escursionisti che al termine delle loro lunghe attraversate hanno
bisogno di rientrare nelle località di provenienza. Il problema è stato
segnalato più volte, nel corso di convegni dagli amministratori svizzeri che
hanno evidenziato le difficoltà, per i loro connazionali, di raggiungere la
stazione ferroviaria di Domodossola per il ritorno in patria. Potrebbe inoltre
essere una soluzione per il trasporto dei ragazzi che si recano a scuola.
La proposta di legge sul riordino delle proprietà fondiarie è finalizzata a
ricomporre tutti i terreni frazionati che così come sono non possono consentire
usi agricoli e forestali produttivi. Illustra Zacchera che ha messo a punto il
progetto: «Ci sono molti terreni che non vengono più utilizzati nè per la
forestazione, nè per il pascolo e l’agricoltura. Questo abbandono porta alla
rovina di fabbricati e spopola gli alpeggi moltiplicando il rischio di incendi e
calamità naturali. Favorire il riaccorpamento significa rivalorizzare i
terreni, permettere la ripresa di produzioni Doc e ridare vita alla montagna».
Il disegno del deputato di An che è stato sottoscritto da altri parlamentari
prevede il riordino a costi ridotti per favorire la formazione delle nuove
proprietà. Il costo attuale, difatti, incentiva a lasciare le cose come stanno:
la tassazione per il trasferimento di un terreno montano è più elevata del
valore del terreno stesso. Dal ’72 ad oggi è aumentata del 5000 per cento. «Il
risultato di questa situazione - commenta Zacchera - è che alla fine nessuno
trasferisce, accorpa, acquista o vende e l’abbandono dei nostri alpeggi è
sotto gli occhi di tutti».